Come scegliamo quale vino comprare?
Le neuroscienze stanno diventando sempre più importanti non solo per la progettazione di prodotti nuovi, ma anche per capire come il nostro corpo risponde emotivamente e fisicamente alle varie esperienze.
In questo articolo vi voglio parlare di alcuni aspetti del neuromarketing che possono essere applicati al vino.
Bere del vino è una vera e propria esperienza e ci possono essere diversi fattori che la influenzano.

L’importanza del packaging
Ebbene sì, anche quando si ha a che fare con il vino il packaging ha la sua importanza.
Basta semplicemente pensare che il packaging di un prodotto è il suo biglietto da visita.
Se il packaging attira l’attenzione si è già superato il primo step di coinvolgimento.
Le neuroscienze possono aiutarci anche in questo caso.
È possibile infatti studiare l’etichetta del proprio vino per vedere se attira l’attenzione sui punti giusti.
Per farlo viene utilizzato l’eye-tracking, uno strumento che permette di registrare i movimenti oculari e quindi vedere dove sta guardando la persona.
Siete indecisi tra due etichette per il vostro vino?
Allora uno studio eye-tracking è quello che fa per voi.
Studiare prima quale delle due etichette attira maggiormente l’attenzione vi permetterà di lanciare nel mercato un prodotto che funziona.
L’aspetto creativo dell’etichetta è sicuramente importante ma le neuroscienze ci permettono di prevedere se un’etichetta attirerà l’attenzione o meno.
Se volete saperne di più sull’eye-tracking potete leggere un mio articolo precedente qui.

Il prezzo influenza il piacere del vino?
Esiste un fenomeno chiamato “il paradosso del prezzo” che dimostra che l’apprezzamento di un prodotto dipende dal suo prezzo.
È stato fatto un esperimento sul vino per capire questa dinamica.
I ricercatori della Stanford University e del Caltech hanno infatti dimostrato che il cervello delle persone prova più piacere quando pensa di bere un vino da 25 euro invece di uno da 10, anche quando in realtà non c’è differenza.
Antonio Rangel, professore associato di economia presso il Caltech, e i suoi colleghi hanno fatto diversi studi sul vino.
Hanno scoperto che i cambiamenti del prezzo di un vino influenzano non solo il valore percepito del vino stesso, ma anche l’attività del cervello.
In particolare, pare cambiare l’attivazione di una regione che è spesso coinvolta nella nostra esperienza di piacere.
L'esperimento
Rangel e i suoi colleghi hanno fatto assaggiare a venti volontari cinque campioni di vino informandoli dei loro diversi prezzi.
I vini potevano costare: $5, $10, $35, $ 45 e $90 per bottiglia.
Mentre i soggetti degustavano e valutavano i vini, i loro cervelli venivano scansionati utilizzando la risonanza magnetica funzionale.
Gli assaggiatori hanno preferito il gusto della bottiglia da $90 a quello della bottiglia da $5 e la bottiglia da $45 rispetto a quella da $35.
Le scansioni con l’fMRI hanno supportato quanto dichiarato, infatti la corteccia orbitofrontale mediale mostrava una maggiore attività quando i soggetti bevevano i vini che ritenevano più piacevoli (e costosi).
In realtà i vini che i soggetti assaggiavano erano solo tre a cui venivano cambiati solo i prezzi.
Lo stesso vino, quindi, è stato adorato quando lo si è proposto con un costo di $90 a bottiglia e giudicato mediocre quando proposto con un costo di $10.
Questa ricerca può far comprendere come i prezzi siano in grado di influenzare l’esperienza del consumatore e quindi le vendite.
La ricerca sui prezzi ha dimostrato che il prezzo è utilizzato come fattore primario per valutare la qualità di prodotti come il vino. La conclusione è che il prezzo elevato può aumentare sia la preferenza per il prodotto che la disponibilità a pagare.

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