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Le regole per un menu perfetto

Le regole per un menu perfetto
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Perché i clienti decidono di scegliere un piatto piuttosto che un altro quando vedono il menu?

Anche se ci sono diversi fattori che influenzano la scelta, uno dei principali è il modo in cui un piatto viene presentato sullo stesso menu.

È qui che entra in gioco il neuromarketing, che permette di dirigere l’attenzione dei clienti verso i prodotti che siete più interessati a vendere, in modo da migliorare la loro esperienza e garantire i vostri guadagni.

In questo articolo vi svelerò alcuni trucchi da tenere in considerazione quando si progetta un menu.

La vista e il tatto giocano un ruolo importante

Il peso del menu conta!

Se il cliente ha in mano un menu di un certo peso, avrà la sensazione di essere in un locale più esclusivo.

Ma attenzione, non deve essere difficile da maneggiare, solo abbastanza consistente e rigido da reggersi da solo quando è tenuto in mano.

Anche la scelta di un buon font è importante.

Da un lato, è inutile utilizzarne uno molto elaborato se non è comodamente leggibile.

Il Comic Sans potrebbe dare un’impressione negativa e risultare troppo informale. Per i piatti più dolci, i font arrotondati funzionano meglio, mentre i font angolari sono preferibili per i piatti salati o aspri. Se si vuole attirare l’attenzione su un testo, la soluzione sono i caratteri corsivi.

Un menu allettante richiede nomi attraenti e descrittivi.

“Insalata mista” non trasmette lo stesso messaggio di “ciotola di pomodori dell’orto, teneri asparagi e fiori”. Possiamo anche essere più creativi e andare oltre con nomi come “Molten chocolate dream” per un fondente al cioccolato. Non siate enigmatici, però: i clienti vogliono sempre comprendere con anticipo cosa mangeranno.

Le descrizioni delle portate possono indirizzare fortemente la scelta dei clienti. Usare parole che stimolano i sensi come cremoso, aromatico, colorato, croccante, orienterà i clienti a scegliere il prodotto che più li ispira.

Inoltre, descrivere una breve storia dei piatti (idea di base, ispirazione, realizzazione) potrebbe essere molto positivo, poiché l’aspetto emotivo entrerà in gioco, aumentando l’interesse e la curiosità.

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I colori nel menu

La cosa importante per un menu è l’allineamento stilistico al ristorante e, pertanto, i colori diventano fondamentali.

Il colore ha un grande potere evocativo inconscio e le associazioni sono diverse a seconda di alcune variabili: genere, gruppo sociale, contesto storico ecc.

Scegliere il colore giusto significa creare un rapporto diretto con l’inconscio. Chi trova la giusta combinazione cromatica riesce ad attirare l’attenzione del potenziale cliente.

Nel libro Color: The Secret Influence, due scienziati, i fratelli Fehrman, hanno teorizzato l’influenza del colore nel marketing e nella vendita di prodotti e servizi.

Gli scienziati hanno coniato il termine “weasel colors” (colori ambigui), per indicare quei colori che in maniera subliminale riescono a influenzare le nostre scelte:

  • Rosso, giallo, marrone, arancione esercitano un effetto sul sistema nervoso stimolando l’appetito. Il giallo e l’arancio aumentano la produzione di succhi gastrici e sono particolarmente attraenti, soprattutto per i golosi, il colore dorato regala all’alimento un aspetto appetitoso.
  • Rosso/giallo vs verde/blu stimolano la sete unendo le sensazioni di secco e liquido (es. logo Fanta).
  • Viola, oro, rosso vinaccia esprimono prestigio e raffinatezza.
  • Viola verdastro evoca la putrefazione e provoca disgusto.

Ma i fratelli Fehrman non si sono fermati a questo, indicando che, oltre alla vista, i colori sono in grado di stimolare:

L’olfatto:

  • L’arancione evoca sensazioni speziate;
  • Il verde, profumi di erbe e spezie;
  • Il viola, profumi delicati e gradevoli;
  • Il giallo, sensazioni agrumate.

Il gusto:

  • Giallo e verde evocano il gusto acido;
  • Arancione e giallo, sensazioni dolci;
  • Rosa, sapore delicato e dolce;
  • Blu scuro e viola e verde scuro, gusto amaro;
  • Grigio/verde o grigio e blu, salato.

Il colore è quindi in grado di influenzare l’appetito del consumatore facendo leva sui sensi. Interessante, non credete?

I prezzi

Un errore che di solito è presente nei menu di molti ristoranti è avere i prezzi dei piatti allineati in una colonna.

Questo porta il cliente a fare una rapida scansione per individuare i prezzi più bassi e puntare su quei piatti, o quantomeno a escludere subito quelli più costosi.

I prezzi allineati semplificano il lavoro di confronto.

Al contrario, i prezzi scritti al termine del nome richiedono uno sforzo cognitivo importante per effettuare il confronto, che pertanto sarà fatto con minor frequenza.

Quindi è meglio avere i prezzi disallineati e in numeri interi senza decimali, in modo che il cliente possa leggerli più velocemente.

Lasciate invece perdere il noto trucco di abbassare il prezzo di un centesimo per farlo sembrare più economico, sa molto di supermercato e attiva i processi di difesa.

La disposizione dei piatti all'interno del menu

Se il cliente troverà rapidamente sul menu i piatti che chiede sempre, avrà più tempo per esplorare il resto del menu e trovare nuove alternative.

È strategico, quindi, rendere ben visibili i piatti più richiesti e posizionare vicino a questi gli altri piatti che si vorrebbe vendere.

In questo modo possiamo far sì che il cliente sia attratto da nuovi sapori e cambi la sua abituale decisione di acquisto.

In un precedente articolo avevo parlato di come posizionare i piatti per creare un “menu a risparmio energetico” se siete interessati cliccate qui.

Se vuoi approfondire il tema, questo articolo è un estratto del mio libro “Neurofood: il neuromarketing applicato al mondo dell’enogastronomia” edito da Hoepli.

Neurofood

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